La prescindibilità dei regali: vegan gingerbread .

E' dicembre, e a dicembre chi ferma più noi paladini del Natale?
Armati di biscotti allo zenzero e maglioni con stampi scandinavi, siamo pronti a difendere l'onore di Santa Claus.
Soprattutto quando si confonde lo spirito della festa con la materialità.
Su Facebook sono inciampata in un'immagine che racchiudeva una frase ricca di qualunquismi natalizi, ahimè condivisi da un'amica; parafrasando l'eleganza di termini diceva all'incirca: "Che *cavolo* fai il conto alla rovescia se come l'anno scorso troverai sotto l'albero la stessa roba: un emerito *nulla*?"
...
Chiedo un attimo di raccoglimento attorno a me a chi gioisce ad ogni casellina del Calendario dell'Avvento, per sostenermi, ma anche a chi ogni sera recita Jingle Bells al contrario, perchè provi a capire che: il Natale. Prescinde. Dai regali.
Mai negherò che i pacchetti facciano vibrare il cuore quanto ad un cinquenne, nè che l'attimo che intercorre tra l'apertura e la vista del dono sia pura euforia; ma ciò che rende entusiasti noi feticisti di addobbi, credimi, non è la base dell'albero ricoperta di scatole.
Noi euforici per lo spot IKEA al suono di campanellini, anche rinunciando a qualsiasi materialità non perderemmo il sorriso.
Non è perbenismo nè immaturità; è saper voler cogliere lo spirito.
Quale festa regala scintillio e conforto e profumo e  trepidazione, se non il Natale?
Smettiamola di ridurlo a crisi e commercializzazione; tiriamo su il telefono per organizzare una cena con qualche amico; prepariamo una merenda per scambiare una manciata di biscotti con un collega e terminiamo con una maratona di film natalizi con chi amiamo.
Godiamoci le finestre brinate e le risate, i maglioni e le cioccolate calde, la cannella e Dean Martin; cerchiamo la gioia del periodo.
Nessun conto in banca potrà regalare una tradizione; magari sarà semplice, ma la si potrà riempire con i valori che vogliamo.
Se al contrario ami crogiolarti nei clichè di protesta, farti cullare dal disfattismo, lascia che sia io a fare il conto alla rovescia anche per te.
D'altronde, il Natale è magico per chi vuole renderlo magico.
(-22 giorni)
***
A proposito di crisi e regali: i biscotti sono ciò che di più economico e apprezzabile ci sia.
So che sembrerà impossibile, ma questi non sembrano vegani. 
Ho provato alcune ricette prive di derivati animali, ma l'olio, alla fine, si sentiva sempre. Questi -lo giuro su Rudolph la renna- sembrano biscotti croccanti e speziati.
La ricetta è adattata dalla frolla vegana di Montersino che uso per le crostate come questa; l'idea dello stampo con il bicchiere invece l'ho vista qui.
Fidati, provali, e poi dimmi se sembrano senza uova, latte e burro!

Ingredienti
- 300g di farina integrale
- 125g di zucchero di canna
- 65g di latte di soya
- 70g di olio di semi di mais
- 1 cucchiaio di melassa/miele (vedi le note)
- 1 cucchiaio di semi di lino (vedi le note)
- la punta di un cucchiaino di bicarbonato
- 3 cucchiaini di cannella in polvere
- 3 cucchiaini di zenzero in polvere
- 2 cucchiaini di noce moscata in polvere
- 1 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
- 1 pizzico abbondante di sale

Inizia creando "l'uovo vegetale": polverizza i semi di lino con un frullino, aggiungi due cucchiai dei 65g di latte, mescola e lascia riposare per 10-15 minuti. Puoi anche mettere tutto insieme e passarlo al minipimer.
Una volta pronto aggiungi il restante latte, il miele e lo zucchero.
Mescolando con una forchetta, unisci l'olio.
Dopodichè continua con farina, bicarbonato e le spezie; termina con il sale.
L'impasto dovrà essere compatto e leggermente appiccicoso.
Metti il panetto nella pellicola, ed in frigorifero come una normale frolla per un'oretta circa.
Scalda il forno a 175°C.
Infarina leggermente il piano di lavoro e stendi poco alla volta la pasta molto sottile; incidi la superficie con il fondo di un vecchio bicchiere e ottieni il biscotto con una tazzina (o più semplicemente utilizza il tagliabiscotti che preferisci).
Inforna fin quando non cominceranno a dorarsi (circa 10 minuti), e appena cotti falli raffreddare su una gratella.
Se lasciati all'aria diventeranno leggermente più morbidi, conservandoli in una scatola di latta manterranno la croccantezza.

Alcune note
I semi di lino servono da collante in mancanza di uova; possono essere sostituiti dai semi di chia che pare abbiano una maggiore azione legante, non vanno tritati (va solo aggiunta l'acqua) e hanno un leggerissimo gusto di nocciola. Quest'ultimi non li ho provati, ma essendo quelli di lino leggermente saporiti (non nelle quantità inserite qui), possono essere un'ottima sostituzione. Entrambi si trovano facilmente in supermercati, negozi biologici e anche qualche farmacia.
Si può sperimentare con latte diverso dalla soya: sono curiosa di provare con quello di mandorle.
La dosi di spezie possono ovviamente essere cambiate a piacimento.
Puoi scegliere un qualunque sciroppo: melassa, acero, miele... Ovviamente per mantenerli vegani non usare quest'ultimo!

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