La Foodie Geek Dinner e la magia del mobiletto


Torino 27 novembre 2014.

Cosa ne faremo?
Quando lui non ci sarà più, intendo.
Le case si svuotano. Le vecchie storie non piacciono, si cancellano dalle pareti.
Potremo dare l'obbligo di lasciarlo lì?
Voglio dire, in un eventuale contratto dovremmo  sottolineare  che "gli affittuari si impegnano a non buttarè, toccare nè tantomeno ad aprire il Mobiletto sito in zona cucina".
Un mobiletto.
No. Direi di no.
Chi affitterebbe una casa con l'obbligo di adozione di un pezzo d'arredamento?
Potrei spacciarmi per artista la cui opera migliore è un vecchio parallelepipedo rovinato; ma sarebbe arte moderna, e chi la capisce mai l'arte moderna?

Se solo la gente fosse più empatica.
O ancora meglio, se si potesse effetturare una sostituzione di corpo.
Una sorta di couchsurfing, ma fisico; anzi, morale.
Diciamo un moodsurfing.
Scambiarsi gli stati d'animo.
Ecco, se fosse possibile credo che un inquilino me lo terrebbe, il Mobiletto.
Perchè io, 'stasera, a questa cena voglio andarci anche per cambiare; anzi no, per migliorare. Ma da introversa patologica mi sono messa nei casini affrontandola da sola, accompagnata unicamente da quella bastarda dell'Insicurezza.
Il coraggio, da qualche parte lo dovrò pur prendere; e se questo Mobiletto racchiude una dose di forza, che posso farci? Il moodsurfing farebbe comprendere il riflesso condizionato che quel profumo, con la mia valigetta di esperienze, suscita in me.

Senti l'aroma che ne esce appena tiro il pomello poco sopra la mia testa.
Cacao. Credo predomini su tutto: ha questa fragranza così tonda; non so se la definizione abbia senso ma mi sembra rendere l'idea.
O forse è cannella? Un po' pungente, ma aromatica.
Nella scatolina di plastica ci sono alcuni preparati; scadenza: 20/10/2006. Inutile dire che non li butterò, tanto lui - il vecchio, come lo chiamiamo noi - si scalda a malapena l'acqua per il tè, certo non si farà il crème caramel.
Il fondo giallo di un contenitore è coperto da un velo di polvere bruna; la sfioro con il dito, lasciando un piccolo circoletto pulito; i granelli profumano di cioccolato e di vaniglia. Dev'essersi rotta la busta del budino. Pazienza.

Dovrei chiamare un maestro profumiere e farmi fare un'essenza che racchiuda tutte queste note. Ad ogni spruzzata ritroverei la spensieratezza che ha abbandonato il mio corpo insieme alla prima infanzia.
Lei non aveva questo profumo: sapeva più di patate al forno e bacche di ginepro.
Ma quell'altro aroma, quello di zucchero a velo e noce moscata e lievito, creava un'intimità da me percepita come un'aura che riempiva la sua cucina. Se c'ero io c'era lui, se c'era lui c'era lei.

Odio parlare d'amore, ma dal Mobiletto uscivano esattamente gli ingredienti che trasformano l'affetto in gesto tangibile: un dolce, per merenda.
Forse è per questo che non posso fare a meno di uno spuntino pomeridiano, un'azione inconscia che funge da trait d'union tra oggi e ieri.

No, il Mobiletto non è solo un mobiletto.
E' una dispensa bloccata al 2006, da aprire qualche istante, il tempo di farsi avvolgere da un abbraccio impalpabile profumato di sorrisi e souvenirs del passato; uno scrigno che protegge un trascorso così remoto da poter essere dimenticato.
E' l'unico modo per ricordare vividamente chi mi ha amata, difesa. Accettata.
Il Mobiletto è il promemoria che ciò che sono non va cambiato; che se 'stasera avrò paura, se avrò il cuore che batte a mille e la voglia di scappare sarà più forte di quella di parlare, non sarà una tragedia. Sarò io.

Lo apro un'altra volta.
Faccio riserva del profumo.
E' ora di andare.
Foodie Geek Dinner, arrivo.


Ps: questo è un post per la Foodie Geek Dinner di Torino e Groupon Mag
Ma è anche un semplice racconto. Spero ti piaccia.

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