Vita da (giovani) disoccupati: i pro ed i contro


Noi (giovani) disoccupati, quante ce ne dicono.
Forniamo ghiotti servizi ai tg, storie toccanti a discutibili programmi pomeridiani; siamo il brutto anatroccolo della famiglia, i bersagli di sguardi compassionevoli e consigli spassionati.
La verità è che la disoccupazione è sì un enorme problema, ma come si potrebbe farne senza?
Voglio dire, quando persino Lory del Santo rifiuta la cinquecentotrentaquattresima intervista a La vita in diretta e Vittorio Sgarbi non fa più audience urlando nomi di animali a propulsione, noi disoccupati siamo il perfetto tappabuchi tra il servizio su Fabrizio Corona redento e la storia di Marina, super obesa.
Ma qualcuno ci ha mai chiesto come ci sentiamo davvero, senza buonismi, statistiche o consigli?
In fondo ogni cosa ha i suoi pro ed i suoi contro, no?

I CONTRO
- Rimaniamo quindicenni: tipo che i nostri coetanei cominciano a far progetti, sposarsi, figliare; io, invece, che un po' da immatura vorrei solo viaggiareviaggiareviaggiare senza addossare alla società bambini strillanti, non posso.
- Sprechiamo tanta carta: Greenpeace presto avvierà una campagna contro i disoccupati e i loro curriculum vitae, tra i principali responsabili del disboscamento terrestre.
E poi si sa che i cartacei vengono cestinati.
- Siamo una vergogna per la famiglia: perchè se ti fossi laureata saresti sicuramente una candidata al Nobel per la letteratura, e se sei solo laureato forse con la specialistica Obama avrebbe fatto un pensierino sul lasciare il suo posto a te.
- Dimagriamo: il che per qualcuno potrebbe essere un vantaggio, ma se sei normopeso, per giunta ansioso, rischi il sottopeso ed il deperimento dal momento che stabilisci la data del colloquio.
Chè tanto, si sa, "non ci sono posizioni aperte".
- Dobbiamo subire i consigli di una generazione passata: se nel 1928 davano un lavoro a te che eri del '20, se nel 1980 in un giorno di ricerca trovavi occupazione: per piacere, ti preghiamo, non consigliarci. Non istruirci su come rispondere, non suggerirci come scrivere il curriculum e non consigliarci i mezzi con cui inviarlo. Lo fai per noi, ma il lavoro evolve con il tempo; quindi se non hai un profilo Instagram e/o ad oggi hai fatto meno di cinque colloqui, non rientri nel range dei dispensatori di consigli lavorativi.
- Siamo lavoricchiatori piagnucoloni: in molti lavoricchiamo*. E non avendo un contratto a tempo indeterminato, otto ore lavorative da sostenere almeno cinque giorni su sette, siamo al pari di un nullafacente.
Frasi come "oggi mi sono stancato", "che casino oggi", "oggi me le hanno fatte girare" non sono accettate se provenienti dalle bocche di noi lavoricchiatori disoccupati.
Il lavoricchiatore non ha il permesso di lamentela.
Piuttosto: smettila di piagnucolare e manda curriculum.
*Lavoricchiare [la-vo-ric-chia-re]. 
v. intransitivo (aus. avere -che ironia!)
Operare manualmente o intellettualmente per conseguire uno scopo nell'esercizio di un'arte, di un mestiere, di un'occupazione non a tempo pieno: lavoricchiare come hostess, lavoricchiare sotto contratto di prestazione occasionale, lavoricchiare durante la ricerca di un lavoro in grado di farti pagare delle bollette. - si ringrazia l'Hoepli per la definizione iniziale.
- Il nostro tempo scorre diversamente: a breve termine è pari ad un quarto di quello di un lavoratore (un'ora da occupato corrisponde ad un quarto d'ora da disoccupato); nel lungo periodo aumenta di ventiquattro volte (un'ora da occupato equivale ad un giorno da disoccupato).
Ciò fa sì che nelle giornate in cui troviamo che una matrioska sia più utile di noi, le lancette rallentano la loro corsa facendoci assaporare ogni singolo bradicardizzato secondo; nei mesi in cui invece vorremmo che il mondo ci aspettasse un attimo e ci lasciasse più tempo, attorno noi ingranano la quinta.
E' il primo principio della legge di Murphy.
Le proposte saranno contro la tua indole: tipo che sei vuoi fare il bartender vieni contattato per un posto da segretario all'accettazione, se aspiri al mondo dell'editoria ti chiameranno come guardarobista in discoteca; io per fare l'animatrice.

I PRO
- Viviamo alla giornata: il domani potrebbe essere elettrizzante. Ci chiameranno per un lavoro? Ci proporranno di collaborare gratuitamente? Riusciremo a trovare qualcosa per lavoricchiare?
A pensarci bene, forse un po' di monotonia non ci dispiacerebbe.
- Non abbiamo pressioni sul lavoro: se contiamo che i disoccupati lavoricchiatori non hanno il diritto di provare nervosismi lavorativi, qualunque genere di inoccupato ha la fortuna di non provare tensioni; a parte i genitori che ti spronano a portare più curriculum, il conoscente con l'azienda di famiglia che ti consiglia di metterci più impegno, il parente non lavoratore che ti guarda con sufficenza; senza contare il tempo che ti scappa tra le dita e l'età da figliatore che ti rende sempre meno appetibile.
- Abbiamo tanto tempo libero: senza lavoro possiamo occupare le giornate come vogliamo; certo, non viaggiamo più di tanto chè senza entrate, sai...; nè ovviamente iscriverci in piscina senza chiedere aiuto ai genitori perchè costa...
Però fissare il soffitto è gratis. O aprire un blog.
- E poi...e poi...e poi...

No, effettivamente essere disoccupati (giovani o meno) non ha grandi pro.
Effettivamente non avere un lavoro fa schifo.
Quindi stringiamo i pugni, sorridiamo e andiamo avanti.

Etichette: , ,