The secret of happiness #5

Le serate con gli amici che salvano la settimana.
L'ultima settimana (facciamo anche due) è stata ricca.
Ricca di emozioni e tranquillità; banalmente di felicità. Di quella felicità che ti entra attraverso gli occhi, le orecchie, la bocca, il naso; e la ritrovi in un piatto di gnocchi, nel provare di nuovo a disegnare, nel ricominciare ad indossare solo righe o in un arcobaleno improvviso.


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Una delle cose che cambierei di me è proprio lo sconforto che arriva dopo lo spread di energia dovuto ad un viaggio.
Mi trovo fastidiosa da sola eh: vado in viaggio e mi lamento perchè torno, rimango a casa e mi lamento perchè non parto.
Ma ultimamente qualche progresso l'ho fatto.
Ho già detto che Lei, Londra, mi ha fatto provare sensazioni che neanche a cercarle con il lanternino avrei trovato.
Mi da l'impressione che abbia un radar per gli inibitori creativi, ovvero coloro che amano qualsiasi cosa che richieda un minimo utilizzo del proprio estro ma che, vuoi per l'ambiente in cui vivono, vuoi per carattere, non riescono a sfruttare la propria fantasia.
Ecco, sono convinta che Lei sappia individuarli e punzecchiarli per tutta la loro permanenza.
Infondendo quella libertà d'inventiva che in Italia va poco di moda (e qui o va di moda altrimenti non se ne fa nulla).

Borought Market, Londra
Che tutto ciò sia vero o meno, che sia un effetto placebo di questo mio nuovo amore per Londra a farmi sentire così, dentro ho come un'energia che va a placare la mia perenne pigrizia.
Ho voglia di fare. Di muovermi. Di creare.
E mi piace.
Sono riuscita a capire che per scrivere non ho bisogno di dieci lauree, essere giornalista, vincitrice di un Nobel per la letteratura; che per disegnare posso anche scarabocchiare un omino cerchioperlatesta-stanghetteperilcorpo. E se le mie foto certamente non saranno mai all'altezza di Erwitt, ciò però non vuol dire che mi debba vergognare di ciò che scatto.
Sono cresciuta con l'idea che la vita debba essere basata sulle passioni, sui sogni; senza mai arrendersi o accontentarsi.
Ma ultimamente, visti gli unici lavori in circolo, ho accantonato un po' queste convinzioni.
Si deve ragionare con "prendo tutto quello che trovo".
Non mi è mai piaciuto. Non mi piace.
Chissà però che con questa "cretività ritrovata" -e i piccoli piaceri della vita- il boccone amaro della realtà non scenda più facilmente.

Guida fai-da-te per un'amica - dal mio Instagram

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E tu quanto sei creativo? :)

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