Sentirsi, ogni tanto, come un croissant al burro: torta vegan al cioccolato e...ceci (senza burro, uova nè farina).


Devo ammetterlo.
Soffro di una gravissima forma di egocentrismo negativo.
Se qualcuno mi guarda, sono convinta di avere la cerniera dei pantaloni aperta o una verdura tra i denti delle dimensioni di un meteorite

Allo stesso modo penso sempre di essere la peggiore/più sfortunata/ridicola in tutto.
Quando sono partita per Londra, sapevo che sarei stata totalmente tranquilla solo quando il ragazzo inglese che ci avrebbe consegnato le chiavi della casa, si sarebbe chiuso la porta alle spalle.
La barriera linguistica mi spaventava non poco.
Sì, ero bravina alle superiori.
Sì, mi sono sempre piaciute le lingue.
Ma grazie al cavolo, finchè a parlare sei con un italiano, o un francese che lo conosce quanto te, siamo bravi tutti.
Quindi mi immaginavo già, davanti a questo alto e biondo inglese, spigliato e loquace, pronto a darci le indicazioni necessarie; mentre io, piccola e bionda italiana, timida e silenziosa, lo fissavo con gli occhi pieni di terrore senza capire un'acca.
Non contavo il fatto che sì, timiditimiditimidi siamo pochi, ma su 7miliardi di persone non è poi difficile trovarne un'altra, anche più di me.
Così, una volta arrivati mi sono resa conto che il ragazzo era sì alto, sì biondo e sì inglese,  ma per nulla spigliato e loquace; in confronto io avevo la faccia da culo di Berlusconi.
Si è presentato con gli occhi bassi, e quando gli ho detto il mio nome all'italiana, l'ha ripetuto a bassa voce, quasi nel tentativo di ricordarsi la pronuncia corretta ed evitare di sbagliarlo nel caso avesse dovuto chiamarmi - classica paranoia da timido.

In questi casi comunque mi si crea una sorta di "me la tiro-mi dispiace".
Quando trovo qualcuno che ha più difficoltà di me nei contatti umani mi si alza la sicurezza.
Inconsciamente so di avere il potere, di non essere nella posizione vulnerabile.
So che sarò Sally e non Charlie Brown.
Un croissant al burro e non un panino al latte.
Yesterday e non Aserejé.
Contemporanemente so ciò che prova chi si trova davanti a me; conosco la sua posizione e il senso di inadeguatezza.
Un po' soffro anch'io; e contemporaneamente rido dentro, osservando la persona davanti a me come in una sorta di specchio in cui l'immagine è diversa, ma l'atteggiamento uguale; e razionalizzo quanto io lei non abbia nulla di cui vergognarsi.

Alla fine quel ragazzo ha più indicato che parlato e la sottoscritta, almeno con lui, l'inglese non l'ha quasi usato.

***
Ho voluto provare questa ricetta, trovata qui e leggermente modificata, proprio per togliermi la curiosità di assaggiare un dolce fatto con i ceci.
Ero scettica anche una volta infornata: più che altro l'odore iniziale non era certo invitante.
Ma se non conoscessi gli ingredienti non diresti essere a base di legumi; quindi giudicala solo una volta assaggiata: ne amerai la consistenza ed il sapore particolare.

Ingredienti
- 500g di ceci sgocciolati
- 90g di avena
- 100 g di zucchero di canna
- 60g di polpa di mela
- 3 cucchiai di olio
- 2 cucchiaini di estratto di vaniglia
- ½ cucchiaino di sale
- ½ cucchiaino di bicarbonato
- 200g di cioccolato fondente tritato

Preriscalda il forno a 180°C.
Sciacqua un po' i ceci e falli sgocciolare per bene.

Nel robot da cucina trita il cioccolato fino a ridurlo in pezzetti piccoli (circa mezzo centimetro).
Toglili e inserisci tutti gli altri ingredienti, aziona il robot e frulla benissimo.

Una volta ridotto in una specie di purea densa, aggiungi il cioccolato e mixa giusto per amalgamare.
Prendi una tortiera da 22-24 cm , strappa della carta da forno grande abbastanza da ricoprirla, bagnala, strizzala e fodera il recipiente.
Versa dentro il composto e livella con un cucchiaio.
Inforna per circa 30-40 minuti (il bordo si colorirà un po').
Una volta pronta lasciala raffreddare almeno un quarto d'ora, estraila delicatamente e tagliala in tanti cubetti.




Alcune note
Non sa di ceci e non farti fermare dall'odore di ceci -più o meno forte- prima della cottura!
Guardandolo mi ricorda il castagnaccio, ed il sapore è molto cioccolatoso e cremoso. Ha un non so che di nocciola.
Più frulli più la torta sarà morbida, meno frulli più ci sarà il contrasto cremoso dei ceci e croccante dell'avena: io volente o nolente ho dovuto optare per quest'ultima opzione, avendo le lame del robot taglienti quanto le forbici di plastica da bambino; comunque è quella che preferisco.
Nella ricetta originale viene usata la "quick oats". Dopo alcune ricerche ho scoperto essere diversa dalla "rolled oats" (l'avena che troviamo più facilmente nei nostri supermercati), con la quale si può però sostituire. Penso che la differenza stia nel fatto che la rolled oats da me usata sia più spessa rispetto alla quick.
L'olio che ho usato è di semi, nella ricetta originale consiglia quello di canola o di cocco.
Le dosi di zucchero, per mio errore di lettura, sono state 1/terzizzate: non avevo infatti visto che ci voleva 1 tazza e ½, e non solo ½. Ma direi che va benissimo così perchè la dolcezza c'è già!
Infine si dovrebbe aggiungere 180g di gocce di cioccolato, ma da tirchia non mi va di utilizzare una busta intera da 125g (più altra cioccolata a pezzi), quindi ho sostituito le gocce con gli avanzi di uova di Pasqua.


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