Ai piedi della Mole: torta di mele di Cavour.


Auguri!
In mega ritardo, lo so.
Ma quest'anno ogni mia energia è stata risucchiata dalle feste: prepara la  crema pasticcera salata, fai un nuovo cd natalizio, impacchetta gli ultimi kit, fai le foto al regalo fatto in casa -che poi non riuscirai a caricare sul blog, ovviamente.
Ed eccomi quindi al 30, a scrivere un post pronta ad affrontare la festa, per me, più odiosa dell'anno!
Quindi cuciniamoci sopra!
Ho ricevuto "La cucina piemontese", di Laura Rangoni. Edito da Newton Compton Editori.
Si sarà capito che questo è si un blog culinario, ma non prettamente: amo follemente cucinare, ma non sono nè una cuoca, nè un genio ai fornelli.
Forse proprio per questo Operazione fritto misto è un luogo dove mi piace inserire ricette; e scrivere di persone. Di idee e di libri. Di film, di posti. Di passioni.
E quel libro forse non mi sarebbe mai stato regalato se non fosse per l'amore per la mia regione e la mia città.
Ho un forte campanilismo.
Non semplice.
Quando si è di Firenze, di Roma, di Venezia o di Sorrento si sa già che a priori verranno fatti dei complimenti: quanto è bello Ponte Vecchio, com'è romantico il Giardino del Lago a Villa Borghese, che tramonto mozzafiato dalle colonne di San Marco, che colori e che profumi sulla costiera Amalfitana.
La fama (meritatissima) che precede.
Ma quando abiti all'ombra della Mole, quando il nome della tua città compare nell'acronimo della famosissima casa automobilistica, non è poi così semplice.
Ci si ricorda di Lei con le vecchie nozioni insegnate alle elementari, e con logici -ma errati- collegamenti, si crea un'immagine distorta della realtà.
E' una città industriale. Quindi c'è tanto smog. Quindi è una città grigia.
Si trova in una regione chiamata Piemonte. Quindi ai piedi dei monti. Quindi è circondata dalle montagne. Quindi è isolata e triste.
Piemontesi falsi e cortesi. E se lo dice il proverbio non può che essere così.
Sembrerà assurdo, ma in questi miei primi 24 anni di vita mi sono resa conto che queste idee sono realmente redicate nella mente di molte persone.
Ecco perchè il mio campanilismo è cresciuto esponenzialmente.
Mi sento in dovere di difendere una (delle tante) città obiettivo di critiche da parte di chi non l'ha mai respirata e assaporata realmente - per non parlare di chi la vive quotidianamente senza però spostare lo sguardo oltre al proprio naso.
Ma quasi sette anni fa c'è stato qualcosa che ci ha aiutati. Quelle Olimpiadi invernali, che hanno affascinato (forse persino più il mondo che l'Italia stessa), togliendo l'apparente velo grigio con cui Lei era stata ricoperta, e mostrando ciò di cui ci si può innamorare.
Non potevo perciò non mettere un video -creato negli Stati Uniti per presentarLa oltreoceano- che trasmette un po' di quell'essenza che si respira qui.
Qui è nata l'Italia. L'aperitivo. Il gianduiotto, e anche il tramezzino.
Qui Pavese si ammalò aspettando per sei ore "il suo amore ballerina".
Qui riesco sempre a trovare qualcosa di nuovo che mi lasci a bocca aperta; ad avere quel brivido nelle sere d'estate, passando in via Barbaroux, rimanendo affascinata dalle prove di un pianista che abita in uno di quegli alloggi che danno su vecchi ballatoi.
Sette anni fa siamo stati orgogliosi di mostrarLa con tutte le sue sfaccettature: sotto la magica coltre di neve, o incorniciata dalle montagne che brillavano sotto i raggi di sole, nel cielo vergine di nuvole.
Amo Lei perchè ha quei particolari che adoro. Perchè qui ci sono nata.
Non sarà La più bella d'Italia, potrà tranquillamente non piacere a qualcuno; spesso il cielo sarà grigio, e non avrà il mare.
Ma è così.
Torino è perfetta così.



E' un gesto insignificante, ma dedico questo post ad una delle più grandi menti torinesi (e menti in generale) di tutti i tempi, scomparsa proprio oggi...

***
Ho sempre sostenuto -e ne sono tutt'ora convinta- che si debba avere una ricetta affidabile per la torta alle mele. Che sia una apple pie, una crostata, o un qualsiasi altro miscuglio che contenga questo frutto passpartout e che sappia di torta fatta dalla propria nonna.
Fino a ieri non ne avevo una. Poi, sul libro che ho citato sopra ("La cucina piemontese" di Laura Rangoni) ho trovato la torta di mele di Cavour. 
La presenza di vino non vieta che possa essere servita a dei bambini, poichè evapora completamente (e comunque può essere sostituito). 
In due parole: semplice, squisita.

Ingredienti per una tortiera da 22cm 
- 4 mele grosse (io ho usato le renette)
- 150g di farina
- 4 uova
- 150g di zucchero (più altri tre cucchiai per caramellare)
- 100g di burro
- 1 pizzico di sale
- 1 bicchiere di vino bianco (io ne ho utilizzati 200ml)
- zucchero a velo

Accendi il forno a 180°C.
Imburra ed infarina una teglia o, se vuoi fare più velocemente, taglia un pezzo di carta da forno abbastanza grande, bagnalo e fodera con questo la tortiera.
In una ciotola inizia sbattendo con le fruste elettriche (o nella planetaria) le uova con 150g di zucchero ed il pizzico di sale, fino a quando il composto non risulterà spumoso e schiarito.


Nel frattempo sciogli in microonde (o sul gas) il burro, e aggiungilo alle uova quando saranno pronte. Continuando a "montare", unisci la farina.
Sbuccia poi due mele, tagliale a cubetti, mettile nell'impasto e amalgama con le fruste.
Fai poi scivolare tutto l'impasto nella teglia e inforna per 30 minuti circa.
Mentre aspetti che sia cotta la torta, sbuccia e taglia a cubetti le restanti due mele.
Mettile in una padella antiaderente con i tre cucchiai di zucchero ed il bicchiere di vino e, mescolando, accendi il gas e fai restringere e leggermente caramellare (si deve colorire appena lo sciroppo che si formerà).
Con queste crea un letto su cui adagerai la torta.


Quando sarà passato il tempo necessario fai la prova dello stecchino e lasciala in forno fino a quando questo non sarà pulito.
Una volta cotta lasciala circa cinque minuti in forno, e poi fuori per raffreddarsi.
Quando non sarà più troppo calda toglila dalla tortiera, ponila sul letto di mele ed infine setaccia la superficie di zucchero a velo.





Alcune note
La consistenza sarà simile ad una clafoutis, ma sarà piena di pezzetti di mele.
Le uova dovranno sì schiarirsi, ma non devi stare minuti interi a cercare di ottenere un composto bianco: qualche minuto, giusto per montarle un pochino, basterà.
Io ho utilizzato le renette perchè amo il contrasto del dolce dell'impasto con l'acidulo del frutto, ma ovviamente puoi sperimentare con un altro tipo.
La quantità di vino esatta non era specificata (il metro era di un bicchiere), e provando con 200ml mi sono trovata bene: ha ammorbidito le mele e ha creato uno sciroppo che non era minimamente alcoolico (quindi va benissimo anche per dei bambini).
Il vino bianco può essere sostituito con del marsala, o se si preferisce evitare l'alcool, con dei succhi di frutta.
La ricetta parla di caramellare lo zucchero con il vino, ma non essendo spiegato ho adottato quel procedimento che non mi ha delusa - ma non si è caramellato effettivamente nulla.
Il tempo di cottura segnato nel libro è di 20 minuti; nel mio forno, dopo mezz'ora, l'interno della torta era ancora un po' umido. Dal momento che in casa mia ogni colpa è del forno, ti consiglio di basarti -dopo i 20 minuti- sullo stecchino.


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