Amando in silenzio: patate ripiene con pancetta affumicata ed emmentaler, al gusto d'arrosto.


Ho il vizio di cominciare il post in un modo, e poi dimenticarlo per qualche giorno; così le cose che scrivo non valgono più (oggi il cielo non è più di quell'azzurro omogeneo) e, soprattutto, trovo mille difetti in ciò che ho scritto.
L'altro giorno ho cominciato scrivendo con una certa malinconia addosso; la gola mi faceva addirittura male per il pianto che cercavo di ingoiare e digerire, come si fa con un pezzo di pane.
Il giorno dopo ho scoperto che era la festa dei nonni.
E' una domanda stupida, ma qual è per te la figura "familiare" più bella?
Io non ho dubbi: i nonni; e nel mio caso La Nonna.
Tempo fa mi hanno chiesto a chi avrei voluto assomigliare da grande.

Ero indecisa tra due persone. Alla fine ho risposto mio zio, dando una motivazione che ora trovo assurda: "Perchè si è laureato".
Ora sono cresciuta, e dopo una decina d'anni, senza ombra di dubbio opto per l'altra scelta (la risposta è retorica).

Ogni volta che salgo nell'alloggio sopra il mio ed entro in casa sua la vedo lì, che sbuca dalla cucina con uno dei suoi grembiluli sempre legati in vita.
Una cosa che adoro di lei sono le mani. Morbidissime come forse solo un bambino può avere; con quella macchiolina che non so se fosse dovuta all'età, o se si trattasse di una piccola voglia. Sono belle, anche se le unghie non sono perfette e le dita sempre ricoperte di piccoli taglietti, o macchiate di marrone per i carciofi che tagliava senza guanti.
Ogni sera scendeva a guardare il telegiornale con noi e ogni volta, proprio ogni volta che si sedeva, infilava le mani tra la maglia ed il bordo del grembiule che le finiva sulla grossa pancia.
Perchè lei era una di quelle nonne con qualche chilo in più, i capelli bianchi e gli occhialoni con la catenella per non perderli.
Era buona come la sua pasta in bianco con il parmigiano (non è mai più mangiata una così!) e dolce come le torte che sfornava praticamente ogni giorno.
So che sembrerà assurdo, ma credo che di persone come lei ne esistano poche. Ogni volta che mia madre o i miei zii incontrano qualcuno che la conoscesse, non capita mai che quella persona non versi qualche lacrima perchè, anche solo vederla annaffiare i fiori sul bancone, faceva piacere.
Vorrei essere una persona forte; saper rimettere insieme i cocci, alzarmi e andare avanti senza piangermi addosso.
Vorrei essere in grado di non rinfacciare niente, sapermi arrangiare e capire che certe piccole cavolate non sono gravi. Saper sorridere a tutti, essere solare, e simpatica per il mio modo di fare.
Vorrei saper fare le patate al forno come le sue, avere il suo pollice verde, aver la fantasia e le capacità di crare dei costumi di carnevale come quelli che mi faceva da piccola. E profumare come lei di Iris quando usciva; e di cippollotti o torta di mele quando era in casa, senza che risultasse mai disgustoso.
Vorrei...ma, spero solo per ora, non sono così.
Non so chi saprebbe superare la morte di un figlio di tre anni, quella di un fratello di quaranta, con altri tre bambini da guardare e crescere praticamente da sola; e solo con apparentemente qualche graffio.

Mi fa sempre sorridere ripensare a tutte le piante che mi ha regalato e che, costantemente, finivano poi da lei perchè le salvasse da morte certa.
E d'estate, quando ero piccola, il pomeriggio calava in cortile dal suo balcone un cestino di vimini legato ad una corda; ed era bellissimo scoprire quale merenda ci avesse preparato.
Nemmeno mi dimenticherò i chili che avevano preso mia sorella e mio cugino, dopo essere stati due settimane in montagna con lei.

E poi, lo so, lei è l'unica persona che mi abbia sempre accettata per quel che sono.
Non sono una persona semplice, e non è semplice accettare una persona così; ma lei mi voleva bene anche con i miei pianti, le mie mille paure, i miei limiti.
E ci amavamo silenziosamente, senza abbracci, baci o troppe parole.
Anche quando non stava bene la facevo compagnia senza parlare, e riuscivamo a sentirci meglio.
Ecco, una laurea non ti insegna tutto ciò.
Una laurea non è in grado di dare una marea di ricordi fantastici come quelli.

Forse proprio per questo ho cliccato sul "Modifica" e ho cancellato tutto il post che ho scritto l'altro giorno.
Non mi andava di parlare della persona a cui ho voluto un bene dell'anima, usando parole tristi.
Lei era solare. Lei è solare.
Ho parlato in parte al presente perchè ci sono dei suoi lati che per me esistono ancora, che sono ancora vivi davanti ai miei occhi e lucidi nella mia mente. E non posso parlarne al passato perchè rischierei di buttarli nel tritaricordi della mia testa.
Stanotte l'ho sognata, e mi fa sempre male. Ma ogni volta cerco di sfruttare questa cosa per cercare di ricordarmi piccole cose che con il tempo si dimenticano.

Peccato che non sia mai riuscita a sognarla mentre prepara le sue patate al forno.
Erano il piatto che amavamo di più, ma nonostante i molteplici tentativi di replica, nella mia famiglia non siamo mai riusciti ad avvicinarci al suo risultato.
Quindi, per evitare una blasfemia culinaria, qui ti propongo solo la materia prima!

***

Ingredienti
- 4 patate medie
- 3 cucchiai di pancetta affumicata
- 2 cucchiai di emmentaler a cubetti
- 1 rametto di rosmarino
- 1 spicchio d'aglio piccolo
- 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva q.b
- burro q.b
- sale q.b.

Lava bene le patate con la buccia sotto l'acqua corrente.
Mettile poi sul fuoco in una pentola piena d'acqua. Dopo venti minuti circa controlla la cottura con uno stecchino e se sono quasi pronte aggiungi un po' di sale all'acqua.
Accendi il forno a 200°C con il grill.


Nel frattempo sbuccia l'aglio (infilzalo in uno stecchino per non perdelo o dimenticarlo dentro) e mettilo in una padella antiaderente con la pancetta affumicata. Accendi il gas e fai cuocere per due o tre minuti mescolando per bene: dovrà cuocersi nel suo stesso grasso, rischiando però che si attacchi non rilasciandone troppo.
Appena la superficie sarà diventata di un bel marrone scuro, togli dal fuoco e aggiungi il rosmarino tagliato in pezzetti piccolissimi: in questo modo inizierà a rilasciare lentamente il suo aroma.
Taglia poi il formaggio a cubetti.
Quando le patate saranno cotte, senza togliere la buccia, crea, utilizzando un cucchiaino, un foro sulla superficie maggiore. Aiutati con una presina se fossero troppo calde.
Una volta estratta la prima parte, scava il più possibile l'interno, stando attento a non bucare le pareti.


Ovviamente non buttare via nulla, ma ammucchia in una ciotola.
Una volta pronte tutte e quattro unisci alle patate bollite, la pancetta con il rosmarino, l'emmentaler e l'olio, eliminando l'aglio. Aggiusta di sale e mescola il composto per bene.
A questo punto metti un cucchiaino raso di burro in ogni "ciotolina" che hai scavato, in ciascuna versa il ripieno poco oltre al bordo e termina con un ricciolo di burro; senza però premere: in questo modo potrà scivolare all'interno e renderlo ancora più buono.
Inforna finchè non si sarà colorita per bene la superficie e servi ancora fumante.

Ho detto che sono al gusto d'arrosto perchè la pancetta affumicata ed il rosmarino donano al ripieno il sapore delle patate cotte con l'arrosto...una bontà incredibile!
Poi, da sempre, io preferisco le patate con la buccia e questo è un modo perfetto per gustarle.
Come vedrai dalle foto, le mie non sono "gratinate" dal momento che il grill ha deciso di non funzionare, ma quando anni fa avevo il forno vecchio, venivano molto più belle!
Se non fosse stato per le patate che dovevano bollire, avrei impiegato anche meno di 40 minuti!





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